In merito al c.d. “sequestro” dei conti correnti, l’amministrazione vuole fare chiarezza.
In questi giorni stiamo assistendo ad una propaganda demagogica che aizza ingiustamente le persone contro le Istituzioni.
La discussione intorno il “sequestro” dei conti è relativa alla TARI 2017 e 2018 per la quale al Comune sono mancate entrate per il valore di circa un milione e mezzo di euro.
La TARI (Tassa sui Rifiuti) è una tassa che consente al Comune di erogare il servizio della raccolta dell’immondizia.
Al fine di meglio comprendere il meccanismo, dobbiamo precisare che tale tassa non può essere, in maniera autonoma, aumentata o diminuita a piacimento dall’amministrazione, ma l’esatto costo annuale del servizio di raccolta dei rifiuti viene riversato sulla popolazione. In altri termini: se il servizio costa cento, cento deve pagare la popolazione attraverso la TARI, né più, né meno. Se una parte della popolazione non paga, a pagare tale mancato introito sono molto semplicemente i cittadini che le tasse le pagano.
Se al Comune mancano entrate per un milione e mezzo di euro, coprire tale disavanzo con fondi di bilancio, oltre che essere normativamente non fattibile, impedisce la possibilità all’Ente di erogare altri servizi, anche essenziali.
Per gli anni in questione il nostro ufficio tributi ha emesso le bollette e, prima di arrivare al c.d. “sequestro” del conto, ci sono state delle fasi:
– Notifica della bolletta;
– Avviso di accertamento;
– Ingiunzione;
– Intimazione di pagamento.
Come si può vedere, ogni cittadino ha la possibilità di ravvedersi nel corso degli anni e di pagare prima di arrivare all’estrema ratio, riducendo notevolmente il peso di sanzioni ed interessi.
Di conseguenza, il “pignoramento” dei conti (e non “sequestro”) è solo l’ultima azione che l’ufficio applica nel corso degli anni nei confronti di chi non ha pagato, nonostante i diversi avvisi.
Inoltre la cittadinanza deve sapere che nonostante ciò, il cittadino ha altri 60 giorni di tempo dall’avviso di pignoramento per verificare la regolarità del procedimento e regolarizzare la situazione autonomamente prima dell’azione della banca.
Ovviamente sappiamo che il momento è critico, ma la cittadinanza deve essere altresì consapevole di altri tre aspetti e di guardare quindi la questione da tutti i punti di vista:
1 chi si trova in difficoltà, può rivolgersi all’ufficio delle Politiche Sociali che, analizzata la situazione, troverà il modo di aiutarlo e sostenerlo;
2 questa azione è stata intrapresa anche per rispetto dei cittadini che con tanti sacrifici osservano le regole, perché riteniamo assolutamente ingiusto far gravare su chi paga regolarmente il peso dell’evasione;
3 Il “pignoramento” non colpisce tutto il conto corrente, ma solo la parte riguardante il debito tributario. In altri termini: se nel 2017 ho accumulato un debito di mille euro sulla TARI e nel conto ho diecimila euro, non vengono pignorati tutti i diecimila, ma solo i mille che si devono versare per la TARI, rimanendo quindi a mia disposizione gli altri novemila.
Siamo consapevoli che il costo del servizio di raccolta rifiuti è notevole e pesa sulla popolazione, e stiamo lavorando per trovare il modo di abbassarlo. Ma ciò non può non passare dall’esortare i cittadini a pagare tutti: se tutti pagano, il peso sarà equamente distribuito.
Ci auguriamo che da tutte le parti politiche locali, e soprattutto da chi si è candidato al Senato della Repubblica nelle recenti elezioni, giungano nei confronti dei nostri concittadini, che stanno affrontando una fase alquanto difficile, messaggi e toni di disteso dialogo, pur nella dialettica e nella diversità di vedute, evitando di scaldare gli animi rischiando di elevare la tensione sociale a livelli difficili da controllare.
In ogni caso siamo sempre aperti al confronto e al dialogo coi nostri cittadini e con le varie rappresentanze politiche e sindacali.