Piazze e Monumenti

Piazze e Monumenti del comune di Campobello di Licata. Leggi la storia delle bellezze artistiche presenti nel territorio.

Sono della fine del secolo XIX, ad opera soprattutto del sindaco Salvatore Ciotta, importanti opere pubbliche: fontanelle di acqua potabile, biblioteca, banda municipale, aule scolastiche, illuminazione a petrolio, la facciata della Chiesa Madre, l’orologio comunale, i marciapiedi delle strade, il cimitero e la villa comunale.

L’attività principale del paese era l’agricoltura: grano duro, legumi, mandorli, olivi, uva. Prima che i vigneti fossero distrutti dalla fillossera del 1883, Campobello era un grosso centro di produzione vinicola.

Altre attività rilevanti, fino alla metà del secolo, furono le miniere di zolfo, che contribuirono a formare vaste maestranze operaie.

Negli ultimi decenni dell’800 e fino agli anni 70 del XX secolo si manifesta un intenso movimento migratorio interrotto dalle due guerre.

I Campobellesi emigrarono in tutto il mondo. Notevoli sono ancora le colonie dei Campobellesi a Buffalo (Stato di New York) Saint Etienne (Francia) Desio (Lombardia).

Dopo la seconda guerra mondiale si sviluppo un fortissimo movimento contadino che portò all’occupazione delle terre di molti feudi incolti.

Le terre furono lottizzate ed assegnate ai braccianti che si trasformarono in piccoli proprietari che in quegli anni aumentarono notevolmente di numero.

Sono da ricordare l’introduzione, dagli anno 70 in poi, dalle colture intensive specializzate, in primo luogo l’ottima uva da tavola “Italia”.

Questa coltura, anche se ridimensionata, caratterizza ancora oggi l’economia di Campobello che però possiede già una buona produzione di ortofrutta: pesche, mele, susine, peperoni, pomodori.

Si comincia, conseguentemente, così a formarsi l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli.

Dal 1980 inizia a Campobello di Licata una grande ristrutturazione del centro abitato e vengono realizzati servizi e strutture di un paese moderno con visione coerente e stilisticamente unitaria.

All’ingresso della cittadina dalla S.S. 123 il turista viene accolto dai gioiosi murales che ricoprono una delle scuole materne e, passeggiando, scoprirà una dopo l’altra le diverse piazze (Togliatti, Tien An Men, XX Settembre, Aldo Moro, Martiri di Modena, Della Vittoria), trasformate in eleganti e monumentali salotti, all’aria aperta, frequentati da giovani e vecchi del luogo e, la sera, da giovani dei comuni viciniori, attratti anche dai numerosi ed accoglienti locali pubblici sorti negli ultimi anni, pubs, pizzerie, ristoranti, bar, lieti di socializzare con gli ospiti forestieri, ai quali si offre l’opportunità di scoprire la tradizionale cordialità del popolo campobellese.

Campobello di Licata è anche un centro enogastronomico di notevole importanza: il suo piatto tipico è ” lu mpurnatu” (l’infornato), un gustoso timballo di ziti con ragù, carne di maiale, cavolfiori, uova, pecorino ed altre essenze che sono il segreto della ricetta che si tramanda di madre in figlia, accompagnato dai deliziosi vini locali.

I monumenti tradizionali, che possono essere ammirati a Campobello di Licata sono il Palazzo del Duca, la Fontana Canale (1650), e recentemente ristrutturata, Palazzo La Lomia, La Chiesa Madre, dove si trovano una Madonnina delle Grazie di scuola gaginesca del ‘500, un Crocifisso ligneo del ‘700 e le statue della Madonna dell’Aiuto del Quattrocchi (1770 – 1780) e di S. Giovanni Battista del Bagnasco senior (1826).

Dal 1980, come si è già detto, è in atto un suggestivo progetto di inserimento d’arte nel contesto urbano, che porta la firma del Maestro italo-argentino Silvio Benedetto, che ha realizzato la seguente produzione artistica: murales, pavimentazione, mosaici e bronzi in piazza XX Settembre, bronzi e fontana in piazza Aldo Moro, monumento al lavoro in pazza Tien An Men (mani, obelisco, ed attrezzi), murales della scuola materna di via Edison e dell’Auditorium, trittico delle tre porte in via Momigliano, Parco della Divina Commedia (110 monoliti di travertino dipinti su un lato levigato da Silvio Benedetto) monumento ai caduti nel Parco della Rimembranza.