Il Sindaco di Campobello di Licata, Gianni Picone, si dichiara indignato e offeso dalla decisione del tribunale dei minorenni di Milano che ha concesso l'affidamento in prova a Remi Nikolic, che nel gennaio 2012, quando non aveva ancora 18 anni, a bordo di un suv travolse e uccise a Milano l'agente di polizia locale, originario di Campobello di Licata, Nicolò Savarino.
"La mia formazione e i miei valori di profondo rispetto per lo Stato e le Istituzioni, mi hanno sempre fatto dire che le decisioni dei giudici vanno sempre rispettate, ma, essendo anche io rappresentante delle istituzioni, sento il dovere pormi delle domande. Che messaggio trasmette uno Stato in cui un assassino, che uccide un tutore della legge, fugge all'estero, e che non ha mai mostrato nessun pentimento per il delitto commesso, a soli cinque anni dal crimine viene, di fatto, rimesso in libertà?
A quali valori risponde l'aver concesso a costui tutte le attenuanti possibili, e chiudere il processo con una condanna di soli nove anni, trascorsi poco più della metà dei quali, oggi, chi ha ucciso, torna a vivere, attraverso l'affidamento ai servizi sociali, una vita pressoché normale come se nulla fosse accaduto?
Vale così poco la vita di un tutore della legge, ucciso mentre svolge le proprie funzioni?
Non entro nel merito della decisione dei giudici, ma sento il dovere di dire a chiare lettere che questa decisione mi ferisce e mi indigna, sia come amico della famiglia Savarino, sia come Sindaco del comune in cui Nicolò è cresciuto.
Abbiamo dedicato a Nicolò Savarino il comando della locale Polizia Municipale, facendo il minimo, come rispetto istituzionale, nei confronti di un uomo che ha perso la vita, da innocente, mentre faceva il suo lavoro, svolgendo le proprie funzioni di agente di polizia locale. Oggi, altre istituzioni riaprono una ferita mai del tutto sanabile, rimettendo in libertà un assassino che non si è mai dichiarato pentito dell'omicidio commesso."