“Abbiamo assistito ad un rituale che ha il sapore di una politica vecchia che andrebbe dimenticata e che invece alcuni mantengono ancora in vita. Lo stesso giorno in cui veniamo a sapere che il tribunale di Agrigento ha rigettato l’istanza di fallimento proposta dal Consorzio Tre Sorgenti nei confronti di Girgenti Acque, anziché affrontare seriamente le problematiche legate al Consorzio e discutere delle scelte da affrontare in merito alla consegna degli impianti a Girgenti Acque e al destino dei lavoratori del consorzio, i sindaci di Licata, Ravanusa, Palma di Montechiaro e Grotte, si mettono d’accordo sui nomi, spartendosi i posti a disposizione. Abbiamo votato scheda bianca come presa di distanza da coloro che hanno assunto la guida del consorzio perché non abbiamo condiviso il metodo, perché si è voluto parlare solo di poltrone e non dei problemi reali. Nulla da dire sulla qualità delle persone scelte, certamente professionisti validi, ma prima di parlare di uomini era necessario parlare del destino del consorzio, sapendo che all’interno del consorzio le posizioni tra i soci sono diverse e incompatibili tra di loro.”
Gianni Picone